mercoledì 18 luglio 2012

Bello, bravo e ribelle

Ci sono calciatori che vanno oltre il palmares, oltre le squadre in cui hanno giocato, oltre la loro bravura, oltre i gol, oltre quello che hanno fatto, ci sono giocatori che vanno pure oltre... il carcere.
Immaginate la Mosca degli anni '50 e '60. Se sei bravo a tirare a calci un pallone, devi giocare, o nella Dinamo (la squadra del KGB), o nel CSKA (regime). Non hai altre scelte.
Non hai altre scelte neanche se ti chiami Eduard Streltsov e sei il più forte talento dell'Europa e hai appena fatto vincere le Olimpiadi del '56 all'URSS.
Giochi nella Torpedo Mosca? Non va bene. Devi giocare per una delle due squadre dell'esercito.


Siamo alla vigilia dei Mondiali del 1958 in Svezia. C'è grande attesa per l'URSS e per il suo talento.
Peccato che Streltsov, a quel Mondiale, non ci andrà. Pochi mesi prima era stato condannato a 12 anni di carcere per violenza ai danni di una ragazza. Una sceneggiata bella e buona da parte dell'esercito, a cui non era andato giù il fatto che Streltsov giocasse ancora nella Torpedo. E che avesse rifiutato la figlia di un uomo importante dell'Unione Sovietica. Ma anche il fatto che portasse sempre quel ciuffo ribelle, che avesse un comportamento da divo e che amasse donne e alcol.
Agli occhi della società comunista, era il peggiore esempio per la gioventù bolscevica.
Allora cosa si fa? Si preserva il più grande talento dell'epoca? Ma certo che no! Meglio condannarlo per qualcosa che non ha fatto e sbatterlo in un gulag siberiano.


Nel 1965 Eduard torna alla libertà. E riprende a giocare con la sua Torpedo, guidandola al successo in Campionato.
Si ritirerà nel 1970, all'età di 33 anni.
Dopo aver passato una vita alla Torpedo. Dal 1954 al 1958 e ancora dal 1965 al 1970. Mettendo assieme 222 presenze e 99 gol. Oltre alle 25 reti nelle 38 presenze con la Nazionale Sovietica.
Resta il rimpianto per non aver potuto vedere tutto il suo talento. Ma rimane l'impresa leggendaria del suo esordio in Nazionale, a soli 17 anni. Quando l'URSS sconfisse 6a0 la Svezia. Lui fece tre gol e tre assist.
Rimarrà anche il dubbio su chi sarebbe potuto essere il vero re del Mondiale del 1958. Lui o Pelé?
Il brasiliano non ha dubbi, in quanto disse: Il mio più grande rivale? Eduard Streltsov. E ancor oggi, penso che avrebbe potuto essere più forte di me.
Lui a quel Mondiale, non ci ha partecipato. E rimarranno tanti dubbi sul suo vero valore.
Noi ci godiamo quello che ci ha lasciato, sapendo che sarebbe potuto essere molto, molto di più. Se andate in Russia, ancora oggi, il colpo di tacco viene chiamato "Lo Streltsov", in onore del grande giocatore che lo rese celebre.
Eduard Streltsov, 21 luglio 1937 - 20 luglio 1990. Sfortunato pure nel giorno della morte. Un solo giorno prima il suo compleanno.















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