domenica 25 gennaio 2015

L'altra Germania Ovest-Ungheria

È evidente che la Germania avrà sempre a che fare con Austria e Polonia, due nazioni tristemente legate ai tedeschi per i motivi che voi tutti sapete. Il filo conduttore di tutto è l'Ungheria, la Grande Ungheria per essere precisi. Ci sono due partite da ricordare di quella Nazionale praticamente perfetta, due incontri spesso dimenticati: l'ultima sconfitta prima della serie di 31 risultati utili, e la prima partita di quella serie. Indovinate un po' quali furono le avversarie. Ovviamente Austria e Polonia. Il 14 maggio 1950, al Prater di Vienna - non ancora intitolato ad Ernst Happel, uno che non ha bisogno di presentazioni - andò in scena una partita che si concluse 5-3 per i padroni di casa, che interruppero quindi il filotto di cinque vittorie consecutive dei magiari. Puskas e Kocsis, i due bomber di quella squadra, andarono entrambi a segno. Così come Gyula Szilagy, autore poi di una tripletta nel match del 4 giugno in Polonia, in cui l'Ungheria si impose per 5-2, grazie anche a un doppio Puskas. Lì, allo Stadio Wojska Polskiego, era nato il mito della Squadra d'oro. 


Ora, inutile che vi stia a raccontare di tutti i campioni che facevano parte di quella Nazionale, del suo allenatore, dei risultati che ottennero, della doppia umiliazione che rifilarono agli inglesi, della marcia perfetta dal 1950 al 1954 e del Mondiale perso nella maniera in cui tutti sapete. No. Voglio mantenermi in una posizione centrale e analizzare una delle partite più controverse di quel Mondiale. Ungheria-Germania Ovest 8-3. È il 20 giugno del 1954, i magiari non perdono da ormai più di quattro anni e hanno esordito al Mondiale con un sonoro 9-0 sulla malcapitata Corea del Sud. La Germania Ovest, dal canto suo, è una squadra abbastanza indecifrabile. Può contare sulla classe di Fritz Walter, a cui si affiancano suo fratello Ottmar, Werner Kohlmeyer, Werner Liebrich e Horst Eckle, a formare lo zoccolo del Kaiserslautern, oltre a Hans Schäfer, Helmut Rahn e Max Morlock. È una bella squadra, al Mondiale però ci sono anche Uruguay, Brasile, Jugoslavia. Clienti scomodi, forse messi meglio della Mannschaft. Fatto sta che l'esordio nelle qualificazioni è tutt'altro che da ricordare: un 1-1 in terra norvegese, strappato grazie al capitano Fritz Walter. La seconda ed ultima partita d'andata (gironcino a tre squadre) meriterebbe una storia a parte. A Stoccarda si gioca uno strano derby tedesco: Germania Ovest-Saar. Finisce 3-0, senza che vi stia a raccontare la parte politica antecedente a questo incontro. Il 22 novembre 1953, la Germania Ovest si avvicina alla qualificazione grazie a un 5-1 senza repliche sulla malcapitata Norvegia. Segnano praticamente tutti: i fratelli Walter, Morlock e Rahn. Il 28 marzo 1954, il Mondiale il pass Mondiale viene conquistato con un 3-1 "esterno" a Saarbrucken. 

Ora facciamo un passo indietro, piccolo, perché già sto divagando troppo. Ho parlato dei giocatori, ho detto di come sono arrivati al Mondiale. Sì, ma chi era il trainer di quella Mannschaft? Anche lui meriterebbe una grande parentesi, ma mi limito a dire che è stato il vice del Dottor Otto Nerz, che condusse la Germania al terzo posto nei Mondiali del 1934. A seguito di una brutta Olimpiade nel 1936, venne allontanato e allora prese il posto il suo secondo: Josef detto Sepp Herberger. Un personaggio molto amato, capace di condurre la Nazionale per 28 anni, fino al 1964, quando lasciò la panchina anch'egli al suo vice, tale Helmut Schön, il quale vivrà altri bei momenti. A proposito, sulla panchina della Saar, per quelle qualificazioni, c'era proprio lui. Eh, il destino.

Francobollo raffigurante Herberger (sinistra) e Schön (destra)
Va bene, però ora sto uscendo fuori dal discorso; torniamo a noi. Torniamo a quel 20 giugno 1954. I magiari hanno già fatto a fettine i simpatici coreani, la squadra di Herberger ha regolato la Turchia. Secondo la strana formula di questo torneo, chi vince si sarebbe garantita l'accesso ai quarti, perché non c'era bisogno di affrontare tutte le squadre - io, e non solo, stento ancora a capire il senso di quel formato. In ogni caso, la partita è senza storia: Kocsis ne mette dentro addirittura quattro e i magiari vincono 8-3. È, forse, la prova di forza più incoraggiante per l'Ungheria, dopo il doppio successo contro gli inglesi. È la dimostrazione che questo Mondiale è loro, se ancora ci fossero dubbi. Da qualche parte, però, Sepp Herberger sta ridendo sotto i baffi che non ha. Sì, perché a leggere la formazione di quella Germania Ovest, qualcosa non torna. Certo, ci son dentro le riserve. Ma perché mettere le seconde linee contro la squadra più forte del mondo? Sempre per quello strano motivo dell'insolita formula: Herberger sa che la Turchia vincerà contro la Corea del Sud e quindi dovrà giocare lo spareggio contro di loro. E giocare contro una squadra che conosci e che hai già battuto, è quasi una passeggiata. Quindi fuori quelli bravi, mettiamoli a riposo, e dentro gli altri, che comunque faranno stancare un pochino gli ungheresi. A Liebrich viene affidato un ruolo fondamentale: «Lo Vedi il 10?». «Sì». «Bene, non farmelo più vedere». Deve essere andata più o meno così quella conversazione tra Liebrich ed Herberger. E infatti, sul 6-1, il tedesco entra direttamente sulla caviglia del povero Puskas. Fuori. E salterà tutte le altre partite, fino alla finale, che giocherà comunque malconcio. «Eh, bravi, bravi, vincete pure questa, che io i conti li so fare bene. E so anche che si fanno alla fine». Il trainer tedesco è furbo e nell'altra partita, Suat e Burhan stanno seppellendo i coreani. Ungheria ai quarti, Germania Ovest e Turchia allo spareggio. Nonostante la partita sia abbastanza equilibrata, ai tedeschi va tutto bene e ne mettono dentro 7. I turchi solo 2. Ai quarti, ovviamente, ci va la formazione capitanata da Fritz Walter. Il piano di Herbeger ha funzionato a meraviglia: hanno passato il turno senza particolari patemi, non sono stanchi, hanno pompato ancora di più il mito dell'Aranycsapat, privandola pure del suo condottiero. I conti si fanno alla fine, lo sanno tutti. Sepp meglio di tutti, perché già a partire dai quarti, quella squadra indecifrabile assume una propria identità e per gli altri saranno solo dolori. Il finale, ovviamente, lo sapete. Ma quella è un'altra storia. Questa, invece, è la storia dell'altra Germania Ovest-Ungheria, la vera partita in cui la Mannschaft vinse il Mondiale.

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