martedì 10 luglio 2012

L'allenatore del mondo

Ho sempre ammirato i giramondo. Quelli che si mettono sempre alla prova in qualsiasi ambiente e condizione.
Uno di questi era sicuramente Béla Guttmann. Un uomo che incarna in pieno l'ex Impero Austroungarico. Nato a Budapest il 27 gennaio 1899 e morto a Vienna il 28 agosto 1981, nelle due capitali di Ungheria e Austria.
Ma non voglio parlarvi di geografia.
Voglio parlarvi di quello che c'è stato in mezzo questi 82 anni.
Guttmann ha iniziato come calciatore. Mestiere che ha fatto per ben 16 anni, riuscendo a vincere i Campionati in Ungheria e Austria.
Ma non è da calciatore che quest'uomo ha fatto la storia. Lui è stato uno dei più grandi allenatori del secolo scorso, cambiando il calcio in Brasile e portando il Benfica allo splendore europeo.


Ha allenato 20 squadre di club, oltre alla Nazionale Ungherese e a quella Austriaca.
La storia di Guttmann è lunghissima. Inizia ad allenare nel 1933, per smettere 40 anni dopo, nel 1973.
In mezzo, non molti trofei, ma un grande allenatore. Duro e consapevole dei suoi mezzi, che non guardava in faccia a nessuno. Un Mourinho all'antica.
La svolta di Guttmann arriva nel 1956, quando, allora Direttore Tecnico della Honved, fece un tour in Brasile. La Rivoluzione che c'era in Ungheria, convinse Guttmann a rimanere lì, assumendo l'incarico di allenatore del San Paolo.
Ed è qui che ha cambiato le regole del calcio brasiliano.
Trasformò il 3-2-3-2 ungherese in un 4-2-4 (cosa già fatta dalla stessa Ungheria) e ottenne una macchina da guerra brasiliana. Non tanto nel suo San Paolo, quanto nella Nazionale che poi usò il 4-2-4: il Brasile del 1958, Campione del Mondo.
Arrivò quindi l'affermazione in Portogallo, con tre Campionati vinti di fila: uno con il Porto, gli altri due con il Benfica. Ed è proprio con il Benfica che farà la storia.
Nel 1961, dopo cinque vittorie consecutive del Real Madrid, il suo Benfica vince la Coppa Campioni... bissando il successo l'anno successivo.
A fine stagione se ne andrà, dicendo che la terza stagione è sempre la morte di un allenatore.
Ma non se ne andò senza dire niente, lanciò un maledizione. "Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d'Europa ed il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni." Il Porto vincerà la Coppa nel 1987, non bissandola l'anno dopo. Così come nel 2004.
E il Benfica dal 1962 in avanti, perderà cinque finali.
Guttmann tornerà al Benfica, ma con scarsi risultati. Verrà pure accusato di aver dopato i suoi giocatori. Ipotesi non del tutto falsa, dato che un suo giocatore del Porto è morto in campo nel 1973, mentre era allenato da Guttmann (un altro ritorno).
1973? Vi ricorda qualcosa? Già. Dopo questo fattaccio, Guttmann si ritirerà.
Ma le ombre del doping, non cancelleranno mai quello fatto in carriera da Guttmann. Capace di dire al Brasile con quale modulo vincere, di vincere tre Campionati portoghesi consecutivi con le due squadre rivali e di vincere due Coppe Campioni di fila con il mitico Benfica.
E poi, grande veggente. La maledizione, dura ancora adesso.
Complimenti, Mister Guttmann!

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