lunedì 2 febbraio 2015

Risposte dal passato: cos'è la passione?

Non sono solito pubblicare qualcosa di non mio, ma questo brano merita. La passione, nel calcio così come nella vita, non si insegna, ma è un qualcosa di totalmente istintivo: o ce l'hai, o non ce l'hai. Nel primo caso, va bene, puoi procedere; nel secondo, qualsiasi cosa tu stia facendo, meglio se lasci stare. 

"Nel 2000 decisi di smettere con l'attività giocata. Sentivo che fisicamente la competizione con generazioni più giovani non mi permetteva di esprimermi più con la stessa lucidità di un tempo. Accettai la proposta di allenare e ebbi l'amara conferma che mi sarebbe stato possibile insegnare calcio, ma non trasmettere la passione. La passione è quella cosa che ti fa percorrere 5 km a piedi al mattino della domenica per andare a vedere un tuo amico che prende 6 gol e ripercorrerne altrettanti per tornare per pranzo perché alla una dovevi essere "Su al campo". È quella che ti fa allenare sotto la pioggia, la neve, nel fango, sulla ghiaia per i boschi; che ti fa alzare alle 7 del mattino per andare a giocare alle 9.30 a 30 km di distanza perché alle 11 poi giocava un'Under 20. 
Ho avuto modo di conoscere i genitori dei calciatori in erba e ne sono rimasto nauseato. Gente frustrata che vorrebbe che il figlio facesse quello che loro non sono stati in grado e si sentono in diritto di dirti cosa devi fare perché sono loro che ci mettono le macchine per le trasferte. Questo con gli esordienti. Con la Juniores devi combattere con i rientri mattinieri dalle discoteche, con il calcio vissuto virtualmente e la mancanza di voglia di sacrificarsi, di lottare in campo per un unico scopo di squadra. Con gente che sapeva già che avrebbe smesso di lì a qualche anno. A quel punto tu ti chiedi «Ma chi me lo fa fare a sbattermi per uno che sa già che l'anno prossimo non giocherà più?»"