martedì 17 luglio 2012

Poche parole: Scholes

Londra, 28 maggio 2011. Ore 22.45 circa. Stadio di Wembley.
Era appena finita la finale di Champions League, dove il Barcelona aveva battuto 3a1 il Manchester United. E chi giocava in quel Manchester United? Un certo Paul Scholes. Beh, ora io potrei scrivervi poemi su questo ragazzo dai capelli rossi. Ma non è questo il momento. Io voglio soffermarmi sulla fine di quella gara.
A fine partita i giocatori si scambiano le maglie, se gli va.
Bene, alla fine di quella partita, di quella finale di Champions League, una partita in cui tutti vorrebbero tenersi la loro maglia, furono in cinque i giocatori del Barça a volere la maglia di Paul Scholes. Xavi, Busquets, Pedro e pure Messi. Ma fu Andres Iniesta a batterli tutti.
Alla fine di quella stagione, Scholes deciderà di ritirarsi (salvo poi tornare sui suoi passi), ma ancora quel giorno non si sapeva. Quindi non è stato un gesto per un calciatore che non si sarebbe più incontrato. Ma è stato un gesto, verso un giocatore rispettato da tutti. Pure da cinque giocatori che lo avevano appena battuto. Alcuni per la seconda volta. Verso un giocatore che tre anni prima li aveva buttati fuori in semifinale.
Quel calciatore è Paul Scholes. E questo è uno degli aneddoti più belli della storia calcistica moderna.




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