domenica 23 giugno 2013

E la difesa?


Otto gol possono essere un buon bottino, se visti sotto la voce "reti segnate"; ma si possono trasformare in una tristissima statistica se visti sotto la voce "reti subite". L'attacco, in qualche strano modo, funziona; la difesa, in cui l'Italia è sempre stata maestra, è allo sbando. 
Chiellini e Barzagli sembrano i cugini brutti di quelli che si son visti nella Juventus, Abate e Maggio sembrano per certi versi inguardabili e De Sciglio commette ancora troppi errori, ma potrà crescere. Forse la colpa è nel modulo (la Juve gioca a 3 in difesa, quindi quei tre si trovano meglio così), ma si è già visto che l'Italia con 3 dietro non è che giochi molto bene. Forse la colpa è nella condizione fisica precaria (Chiellini ha perso nettamente il confronto fisico con Fred), ma anche negli altri stati si son giocati campionati da 40 partite. 
Io, ovviamente, non sono Prandelli e non posso sapere a cosa è dovuto questo calo fisico e mentale, quindi lascio trovare a lui la soluzione.


Io mi concentro più su una statistica: era dal Mondiale del 1970 che l'Italia non prendeva otto gol in una competizione così importante. Ma in Messico le partite giocate furono il doppio, sette gol furono presi tra semifinale e finale, e tornammo a casa da secondi, dietro solo ad un Brasile troppo meraviglioso per chiunque. Quindi sì, questi otto gol incassati contro Messico, Giappone e Brasile, devono far riflettere, e tanto. Perché lo sapete bene che esistono due filosofie: da una parte si cerca di subire un gol in meno dell'avversario, dall'altra si cerca di fare un gol in più dell'avversario. E anche giocando a calcio con il secondo metodo, otto gol rimangono troppi. Ieri mi è stato detto che anche quattro gol sarebbero stati tanti. Per quanto mi riguarda, anche due sono tanti. Anche per Scolari, che due effettivamente li ha presi, sono tanti. Soprattutto perché lui è uno che ci tiene alla fase difensiva, che preferisce prendere meno gol possibili. Se a ciò abbini il fatto che in Brasile vivono per segnare, ottieni una discreta Nazionale, con una bella mentalità e con un ampio margine di crescita. Un esperimento che è già riuscito a Scolari, quando vinse il Mondiale del 2002 segnando 18 gol e subendone quattro in sette partite. Invece per l'Italia, che ha nel proprio DNA il fatto di difendersi, la difesa diventa tutto e quando questa viene meno, ci troviamo in situazioni scomode.

Non battiamo il Brasile dal 1982, quando Paolo Rossi segnò quella mitica tripletta in Spagna. E se continuiamo così, questi 31 anni saranno destinati a diventare molti di più.
Questa è la seconda quaterna incassata da Prandelli, dopo quella della finale dell'Europeo contro la Spagna. Proprio gli iberici saranno (inutile girarci intorno) i nostri prossimi avversari in semifinale. A Prandelli il compito di non subire gol contro una squadra che segna con estrema facilità.


Nessun commento:

Posta un commento