giovedì 9 agosto 2012

Allenatore per caso

La storia di Mario Zagallo è bella. Nel 1970 diventa allenatore della Nazionale Brasiliana per sostituire Joao Saldanha. Saldanha è passato alla storia perché, alla prima conferenza stampa da allenatore del Brasile, aveva già annunciato i nomi dei 22 che si sarebbe portato in Messico. Il suo Brasile era bellissimo, giocava benissimo. Tutto troppo bello.
Era sempre stato in guerra con il presidente e alla fine, è arrivato Zagallo a portare la squadra sul tetto del mondo per la terza volta e a prendersi tutta la gloria. Proprio lui che, di altra gloria, non aveva bisogno. Perché nel 1958 e nel 1962, quando i verdeoro vinsero i loro primi due Mondiali, Zagallo era un titolare di quella squadra. Nel 1970, divenne il primo uomo a vincere il Mondiale sia da giocatore che da allenatore. E non si sarebbe fermato qui, perché nel 1997, vincerà la Copa America e la Confederations Cup. Prima di arrivare secondo ai Mondiali dell'anno dopo.
Insomma, Zagallo è diventato uno degli allenatori più vincenti solo perché Joao Saldanha era un comunista e non aveva convocato il preferito del presidente.
Eh, strana la vita. Vero?



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