lunedì 20 agosto 2012

A noi, va bene così

Noi italiani ci vantiamo tanto di essere quattro volte Campioni del Mondo.
Molti di noi neanche sanno quando li abbiamo vinti oltre al 2006. Qualcuno ricorda il 1982. Ma nessuno sa cosa successe nel 1934 e nel 1938. E forse è meglio così.
Perché? Semplice. Premetto che lascio stare l'indubbia qualità tecnica di quelle due selezioni. Ma, secondo il mio modesto punto di vista, c'erano altre nazioni superiori a noi. Lo sapeva Mussolini nel '34, che fece "qualcosa" per farci "vincere". Mettiamola così.
Nel 1938, invece, c'era il Brasile. E c'era Leonidas. Semplicemente l'attaccante più forte dell'epoca.
La semifinale, era proprio Italia-Brasile. L'allenatore brasiliano, tale Pimenta, decise di far riposare il suo campione, in vista di una finale, che pareva già conquistata.
Ma non aveva fatto i conti con i Campioni del Mondo in carica. Colaussi e Meazza segnarono e l'Italia vinse 2a1, andando a riprendersi lo scettro del mondo per la seconda volta consecutiva, sempre con lo stesso allenatore: Vittorio Pozzo.
Adesso voi mi direte: scusa, non poteva metterlo dentro a partita in corso?
No, perché i cambi non esistevano ancora. E mentre i suoi compagni perdevano, lui non poteva far niente.
A Leonidas, rimarrà la finalina, in cui segnerà due dei quattro gol con cui il Brasile batterà la Svezia 4a2. In totale i gol saranno 7 e gli varranno il titolo di capocannoniere.
Ma forse, se Pimenta non lo avesse tenuto fuori quel 16 giugno 1938, a quest'ora si parlerebbe di Leonidas come il salvatore brasiliano e non di un ragazzetto di neanche 18 anni, che avrebbe riscritto la storia della sua  nazione venti anni dopo. Il suo nome ? Pelé. Ma questa è un'altra storia. E questo è il mio modesto parere.
Ma a noi italiani, va bene così. Tanto, neanche sappiamo chi è Leonidas. Ma, anche questa, è un'altra storia.

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