mercoledì 10 luglio 2013

L'Europa di Pozzo e Meisl

Dal 1930 al 1936, l'Europa calcistica parla due lingue: l'italiano e l'austriaco. Da una parte Vittorio Pozzo, con il suo metodo. Dall'altra Hugo Meisl, che costruì la sua Austria sulla sintesi tra il metodo e il sistema, l'altro modulo che veniva usato all'epoca. Pozzo e Meisl sono amici, tanto da lavorare a stretto contatto l'uno con l'altro. Forse è proprio per questo che sono le loro due squadre a dominare. Infatti i risultati ottenuti da Italia ed Austria in quegli anni sono davvero incredibili. 
Si parte con la Coppa Internazionale (http://calciobybeppe.blogspot.it/2013/03/la-coppa-internazionale_9.html) 1927/30, vinta dall'Italia. Secondi arrivano gli austriaci. L'edizione successiva, quella del 1931/32, viene vinta dagli uomini di Meisl, che sono in un periodo d'oro: quattordici risultati utili consecutivi, frutto di undici vittorie e tre pareggi, tra l'aprile del '31 e l'ottobre del '32. L'Italia però non sta a guardare e guadagna il secondo posto. L'anno dopo parte l'edizione 1933/35, vinta nuovamente dagli uomini di Pozzo, con l'Austria seconda. Insomma, i padroni sono loro.
Nel 1936 a Berlino ci sono le Olimpiadi, dove ovviamente è presente il torneo di calcio. Finale, manco a dirlo, Italia-Austria. Finisce 2-1 per gli Azzurri ed ancora oggi è l'unico titolo olimpico vinto dall'Italia.
In mezzo ci sono i Mondiali italiani del 1934. Italia e Austria si affrontano e vince Pozzo, che vola così in finale, lasciando a Meisl la finalina contro la Germania (http://calciobybeppe.blogspot.it/2013/05/laustria-si-tinge-dazzurro.html). L'Austria però perde e i tedeschi si prendono il terzo posto. Non sarà l'unica cosa che si prenderanno. L'Italia però vince in finale contro la Cecoslovacchia, diventando campione del mondo per la prima nella sua storia.

Già, la storia. Adesso arriva quella vera, quella con la S maiuscola. "Non sarà l'unica cosa che si prenderanno", sapete benissimo cosa intendo, basta una parola: Anschluss. L'Austria viene annessa alla Germania nazista e smette di esistere, proprio alle soglie del Mondiale francese del 1938, in cui sarebbero stati grandi protagonisti. Qui finisce la storia dell'Austria di Meisl, che entra nel mito. E in effetti, una squadra che viene chiamata Wunderteam, non può che essere leggendaria. Dal 1931 al 1934, perdono solo tre partite: contro l'Inghilterra a Stamford Bridge (4-3, interrompendo la serie di quattordici risultati utili), contro la Cecoslovacchia (3-1) e la semifinale contro l'Italia (1-0). Trentuno partite, 101 gol: cifre mostruose! Il calciatore simbolo di quella squadra è Matthias Sindelar, uno di quei giocatori che meriterebbero un articolo tutto loro, a parte, per l'importanza che hanno avuto dentro e fuori dal campo. Però adesso sto parlando di Pozzo e Meisl ed è giusto finire la storia. Perché se la Storia ci ha privato dell'Austria, la storia del Mondiale va comunque avanti. Va avanti anche l'Italia di Pozzo, fino alla finale, trascinata dai gol di Piola e Colaussi e dalla classe di Meazza, che insieme a Sindelar è il miglior giocatore in Europa. Italia-Ungheria 4-2: Azzurri nuovamente sul tetto del mondo e praticamente quarto titolo consecutivo dopo il Mondiale del '34, la Coppa Internazionale del '35 e l'Olimpiade del '36. In mezzo ci sarebbe anche un'altra Coppa Internazionale, quella del 1936/38, che però venne interrotta a causa dell'Anschluss, proprio con l'Ungheria prima e l'Italia seconda.
Poi scoppia la guerra e il calcio è l'ultima cosa a cui si pensa. E dell'Italia di Pozzo e dell'Austria di Meisl rimangono solo i ricordi.


Hugo Meisl lascia la panchina nel 1937, dopo oltre 24 anni. Mentre Pozzo nel 1948, dopo quasi 20 anni. L'Europa del calcio delle Nazionali, nel bene e nel male, è stata loro. Con buona pace degli amici danubiani di Cecoslovacchia e Ungheria. E anche dei cari maestri inglesi e britannici. Pozzo e Meisl hanno rivoluzionato il gioco del calcio, mettendo da parte la cara e vecchia piramide, sviluppando nuovi metodi e sistemi (nel doppio senso), rendendo le loro squadre delle vere e proprie macchine da guerra. L'Austria non vivrà più un periodo d'oro come quello degli anni '30 e l'Italia, pur trovando di nuovo la gloria mondiale per due volte, nemmeno.
Meisl e Pozzo, amici-nemici di un calcio d'altri tempi.


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