sabato 28 giugno 2014

Troppe chiacchiere, tornate a giocare

Quando leggevo dei problemi della Nazionale Italiana dal 1950 al 1966, arco di tempo in cui l'Italia disputò i Mondiali peggiori della sua storia, compresa l'unica edizione in cui fallì la qualificazione (Svezia '58), ho sempre pensato che fossero cose lontane e superate, perché da allora l'Italia è tornata grande: ha vinto un Europeo (nel '68) e due Mondiali, oltre ad aver perso due finali europee e due Mondiali. Invece, le cose sembrano uguali a sessant'anni fa, con i giocatori e l'allenatore impauriti e una classe dirigenziale che non sa da che parte girarsi.
Tra il Mondiale del 2010 e questo, probabilmente è peggio quello sudafricano, se non altro perché l'Italia arrivava da campione del mondo e il girone era più facile. Le cose, però, di sicuro non faranno altro che peggiorare, perché il calcio italiano, tutto il movimento calcistico italiano, ha lacune che stanno venendo a galla solo adesso, se non altro agli occhi dei meno attenti. 
Tra il 1990 e il 2004 l'Italia ha raccolto molto meno di quanto meritava in realtà e questo non fa altro che aumentare la rabbia e la nostalgia verso una Nazionale in cui nessuno si riconosce più, ma che anzi continua a dividere. Tutto e tutti. Giocatori e tifosi. E sapete cosa rimane? Il Costa Rica agli ottavi. Così come la Slovacchia quattro anni fa.
In uno stato completamente confusionale, la Nazionale rischia di ritrovarsi in alto mare per molto tempo. E io, obiettivamente, non so quando si rifaranno vivi i Riva, i Rivera e i Mazzola, protagonisti della rinascita Azzurra tra il 1968 e il 1970. Io non so quando si rivedranno allenatori come Bearzot. E questi sono quelli che hanno vinto, perché in un'Italia in cui nemmeno la Nazionale di Baggio è riuscita a vincere qualcosa, io davvero non capisco come si possa pretendere qualcosa da quella di Balotelli, sempre se Balotelli possa essere accettato come simbolo di una Nazionale che di simboli, in realtà, non ne ha.
Tutte le chiacchiere, poi, che si stanno creando all'interno dello spogliatoio, non fanno altro che confermare i soliti luoghi comuni sull'Italia del calcio: va tutto bene fino a quando si vince, poi ognuno guarda per sé stesso. Ed è per questo che gli Azzurri sono giustamente tornati a casa. Il 2006 è lontano otto anni, ma nessuno sembra volerlo capire. E la finale di Euro 2012, non ha fatto altro che peggiorare le cose. Nemmeno il secco 4-0 contro la Spagna sembra aver fatto aprire gli occhi alla gente. Quest'Italia non vale niente, ma non ci voleva molto a capire. Evidentemente però, per qualcuno sì. Anzi, qualcuno non l'ha ancora capito. E per questo sotto metto una foto in grado di farlo capire, una volta per tutte.


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