lunedì 11 agosto 2014

E ora cosa sei? E dove sei?

«La Freccia Bionda lo fui un tempo. Poi fui la "Carretta Bionda". E ora sono il calvo che corre per il campo, lottando come il più giovane per tutta la partita». Così Alfredo Di Stéfano si definì sul finire della sua splendida carriera. E come dargli torto: era calvo, sì, ma aveva mantenuto la stessa grinta che lo contraddistinse negli anni migliori. Quelli che lo videro vincere qualsiasi cosa tra Argentina, Colombia e Spagna, in una carriera ultra-ventennale che lo ha consacrato tra i migliori di sempre nella storia del calcio. Il suo palmarès parla per lui: tredici campionati e due coppe nazionali, oltre, ovviamente, alle famose cinque Coppe Campioni consecutive, conquistate con il Real Madrid. Nel 1957 e nel 1959 vinse il Pallone d'oro, quale miglior giocatore europeo. A livello personale, inoltre, conquistò un totale di dieci titoli di capocannoniere nelle varie competizioni a cui prese parte. Questi, pochi, numeri possono bastare per celebrare la grandezza del calciatore. C'è un però: Alfredo è morto. È morto e con la sua scomparsa il calcio ha perso un pezzo di storia, un pezzo della propria identità. Con l'addio di Di Stéfano il calcio ha perso uno dei suoi migliori attori, registi, produttori e sceneggiatori. Insomma, il calcio è diventato un po' più vuoto da quel 7 luglio 2014. E la domanda che mi faccio, ora, è soltanto una: dopo essere stato la Freccia Bionda, la Caretta Bionda e il calvo, adesso, caro Alfredo, cosa sei? E soprattutto dove sei? Dove sei tu, insieme a tutti quei grandi campioni del passato, appartenenti ad un calcio che ormai non c'è più? Dove sono i calciatori modello di una volta, i veri professionisti del pallone? 
Domande stupide, che non avranno mai una risposta, ma io me le pongo, sperando di poter vedere nuovamente, un giorno, quei grandi campioni di un tempo, di cui ormai ci restano solo delle sbiadite immagini in bianconero. Sperando, però, anche che quelle immagini rimangano impresse nella memoria della gente, in eterno, affinché nessuno si dimentichi del bel calcio fu. Un calcio in cui Alfredo Di Stéfano la faceva da padrone.
¡Hasta siempre Don Alfredo gracias por todo!



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