venerdì 29 novembre 2013

Capocannonieri della Coppa Campioni (1964-1969)

Vladica Kovačević: 7 gol nel 1963/64 con la maglia del Partizan Belgrado. Nel primo turno segna due gol all'Anothosis all'andata e uno al ritorno. Agli ottavi ne segna quattro in casa contro il Jeunesse Esch. Nei quarti viene eliminato dall'Inter futuro campione.












Sandro Mazzola: 7 gol nel 1963/64 con la maglia dell'Inter. Agli ottavi segna due gol in casa del Monaco. Ai quarti ne segna un altro in casa del Partizan. In semifinale segna sia in casa che fuori contro il Borussia Dortmund. Nella finale contro il Real Madrid è il vero eroe, siglando la doppietta decisiva nel 3.1 finale e permettendo all'Inter di diventare campione d'Europa.











Ferenc Puskas: 7 gol nel 1963/64 con la maglia del Real Madrid. Nel primo turno segna un gol in casa dei Rangers, siglando una tripletta al ritorno. Segna ancora agli ottavi in casa contro la Dinamo Bucarest. Nei quarti contro il Milan segna nuovamente in casa. Ancora in gol in Spagna contro lo Zurigo. In finale perde contro l'Inter.












José Augusto Torres: 9 gol nel 1964/65 con la maglia del Benfica. Nel primo turno ne segna quattro in casa dell'Aris, andando in gol anche al ritorno. Negli ottavi segna un gol in casa del Chaux-de-Fonds, segnando anche al ritorno. In semifinale fa una doppietta in casa al Vasas. Perde in finale contro l'Inter.










Eusébio: 9 gol nel 1964/65 con la maglia del Benfica. Nel primo turno segna in casa dell'Aris, siglando una doppietta al ritorno. Negli ottavi segna in casa con il Chaux-de-Fonds. Nei quarti segna una doppietta in casa con il Real Madrid, timbrando il cartellino anche al ritorno. In semifinale fa una doppietta in casa al Vasas. Perde in finale contro l'Inter.

Eusébio: 7 gol nel 1965/66 con la maglia del Benfica. Nel primo turno ne segna quattro in casa contro lo Stade Dudelange. Agli ottavi sigla una doppietta in casa del Levski Sofia, andando a segno anche al ritorno. Ai quarti si arrende al Manchester United.





Florian Albert: 7 gol nel 1965/66 con la maglia del Ferencváros. Segna un gol in casa del Keflavik al primo turno, mentre al ritorno ne segna addirittura cinque. Agli ottavi segna in casa del Panathinaikos. Ai quarti viene eliminato dall'Inter.










Paul van Himst: 6 gol nel 1966/67 con la maglia dell'Anderlecht. Segna solo nel primo turno: prima cinque in casa dell'Haka e poi uno al ritorno. Agli ottavi viene eliminato dal Dukla Praga.













Eusébio: 6 gol nel 1967/68 con la maglia del Benfica. Nel primo turno segna un gol importantissimo in casa del Glentoran. Agli ottavi segna contro il Saint-Ètienne in casa. Ai quarti mette a segno una doppietta in casa contro il Vasas. In semifinale ne segna uno in casa e uno fuori contro la Juventus. In finale si arrende al Manchester United.










Denis Law: 9 gol nel 1968/69 con la maglia del Manchester United. Nel primo turno segna una tripletta all'andata e una quaterna al ritorno contro il Waterford United. Agli ottavi mette a segno una doppietta in casa contro l'Anderlecht. In semifinale viene eliminato dal Milan futuro campione.









Riassunto delle edizioni: Nel 1964 e nel 1965, l'Inter continua il ciclo italiano avviato dal Milan la stagione precedente. Grazie a giocatori come Mazzola, Corso, Jair, la squadra di Herrera porta a casa due volte la Coppa, facendo fuori squadre come Real Madrid e Benfica. Nel 1966 è proprio il Real a tornare campione, non sapendo che avrebbe dovuto poi attendere altri 32 anni per tornare campione. Nel 1967 e nel 1968 sono due britanniche a spezzare questo dominio mediterraneo: prima ci pensa il Celtic con una squadra composta da giocatori provenienti dalle zone limitrofe a Glasgow e con in panchina Jock Stein, poi è il turno del Manchester United, che grazie a Best, Law e Charlton, guidati dal mitico Sir Matt Busby, spazza via il Benfica. Sei anni dopo il primo trionfo, è ancora il Milan ad aggiudicarsi la coppa nel 1969, raggiungendo l'Inter a quota a due. Protagonista assoluto Pierino Prati, che segna l'ultima tripletta in finale a tutt'oggi. Quell'anno viene strapazzato l'Ajax, ma nel giro di qualche mese le cose sarebbero cambiate.

Squadra simbolo: Inter; tra il 1963 e il 1965 la squadra di Herrera è stata senza dubbio la migliore d'Europa, potendo contare su giocatori come Mazzola, Suarez, Jair, Corso. Grazie alle ottime strategie del tecnico argentino, l'Inter vinse due Coppa Campioni consecutive, scrivendo il suo nome nel libro della storia.

Giocatore simbolo: George Best; non me ne voglia Eusébio (forte di due finali perse e di tre titoli di capocannoniere), ma gli anni '60 sono stati quelli della rivoluzione e chi meglio del Quinto Beatle può essere il simbolo di quella generazione? Venuto fuori a soli 17 anni nel 1963, pian piano si dimostra un giocatore fantastico. La consacrazione arriva proprio contro in casa del Benfica di Eusebio: una doppietta di Best aiuta lo United a sbancare il da Luz, dove i lusitani non avevano mai perso, 5-1. Due anni più tardi arriva la conferma definitiva. Ancora il Benfica sulla sua strada, ma stavolta si gioca la finale. A Wembley sigla il 2-1. Charlton e Kidd fanno il resto. United campione, Best Pallone d'oro a fine anno. Continuerà su questi livelli ancora per un annetto, poi si perderà e delle sue notti europee resterà solo un triste ricordo.

Albo d'oro: 
1963/64: Inter-Real Madrid 3-1 (Mazzola 43' e 76', Milani 62'; Felo '69); 27 maggio 1964 Praterstadion, Vienna;

1964/65: Inter-Benfica 1-0 (Jair 42'); 27 maggio 1965 San Siro, Milano

1965/66: Real Madrid-Partizan Belgrado 2-1 (Amancio 70', Serena 76'; Vasovic 55'); 11 maggio 1996 Heysel, Brussels 

1966/67: Celtic-Inter 2-1 (Gemmell 63', Chalmers 84'; Mazzola 7' rig); 25 maggio 1967 Stadio Nazionale di Jamor, Lisbona

1967/68: Manchester United-Benfica 4-1 (Charlton 55' e 100', Best 97', Kidd 98'; Graça 80'); 29 maggio 1968 Wembley, Londra

1968/69: Milan-Ajax 4-1 (Prati 7', 40' e 75', Sormani 67'; Vasovic 60' rig); 28 maggio 1969 Santiago Bernabéu, Madrid

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