lunedì 5 agosto 2013

La Germania spezza sogni, parte due: Arancia Meccanica

Ci sono delle date che difficilmente verranno scordate, perché hanno scritto la storia. La storia del calcio. Ci sono il 1954 e il 1974. Ma c'è anche il 1938, dove, oltre che la storia calcistica, venne anche cambiata la Storia, quella con la S maiuscola. Parlando però solo di calcio, la nazione che unisce questi anni è la Germania. Una Nazionale in grado di spezzare i sogni di chi avrebbe di sicuro meritato un posto nella storia, nel 1954 e nel 1974; una nazione in grado di privare della libertà, nel 1938.


Arriviamo al 1974, esattamente venti anni dopo che Puskas e compagni persero in maniera beffarda la loro unica chance di entrare nella storia. Il discorso non era molto diverso: squadra incredibile, idee calcistiche rivoluzionarie, un leader. Se allora fu il tanto amato Ferenc, adesso sarebbe toccato al Profeta del gol, Johan Cruijff. Il contesto era sempre quello: il Campionato mondiale di calcio. Ovviamente l'Olanda, dall'alto della sua superiorità, arrivò in finale con una facilità ridicola. Nel primo girone di qualificazione si tenne su bassi ritmi, ma dominò segnando 6 gol e subendone solo uno, contro la Bulgaria. Nel girone di qualificazione alla finale, demolì l'Argentina, la Germania Est e i campioni in carica del Brasile. Contemporaneamente, la Germania Ovest vinceva l'altro girone e si apprestava a tornare in finale dopo otto anni, dopo la tragedia di Wembley e il gol di Hurst. Era pure Campione d'Europa in carica ed arrivava da un terzo posto a Messico '70. L'Olanda era sì la migliore, ma questa Germania non scherzava per nulla.
Ma adesso fermiamoci, non ho voglia di ripetere per l'ennesima volta quella maledetta finale di Coppa del mondo. Voglio tornare indietro e portarvi con me negli anni '70. Erano appena finiti gli anni '60 (no, davvero?), quelli che cambiarono il mondo, quelli delle rivoluzioni, quelli dei giovani. Anche nel calcio era cambiato qualcosa. Era finito il dominio del Real Madrid e il modo di giocare a calcio stava cominciando a cambiare. Il gioco di squadra stava sempre più prendendo il sopravvento, a dispetto delle giocate individuali.
Nel 1965 arrivò all'Ajax, anzi tornò, un giovane allenatore, che già da giocatore ben figurò nei Lancieri. Il suo nome era Rinus Michels e il suo obbiettivo era quello di portare l'Ajax e il calcio olandese ai vertici. La sua sembrava un'utopia, calcolando che nel 1965 la squadra di Amsterdam arrivò 13esima in Eredivisie, con un panchina proprio Michels che rimpiazzò Buckingham. Ma non si perse d'animo ed iniziò a lavorare sulla sua squadra, sulle sue idee di gioco. Già la stagione successiva arrivò il titolo olandese, seguito da un'altra vittoria. Ma le cose in Europa ancora non andavano alla grande, e il miglior risultato furono i quarti di finale di Coppa Campioni del 1967. Ma nel 1969, la squadra riuscì ad arrivare in finale, dove venne però sconfitta 4-1 dal Milan di Nereo Rocco. Quello era il preludio al dominio degli anni successivi del calcio olandese. L'anno dopo il Feyenoord s'impose sul Celtic. Dal 1971 al 1973 l'Ajax vinse tre Coppe dei Campioni. Michels se ne andò al Barcellona dopo la prima vittoria, seguito nel 1973 da Johan Cruijff. Nel 1974 Michel diventò allenatore della Nazionale Olandese, che si apprestava a disputare il suo primo Mondiale dopo quello del 1938 in Francia, dove venne eliminata al primo turno. L'Olanda fino ad allora non aveva fatto nulla di buono, ma le cose stavano per cambiare.


Due parole: Calcio Totale. Vi ricordate che parlavo di innovazioni? Bene, questa è la più grande innovazione calcistica della storia. Dove è scritto che un difensore non possa attaccare? Dove è scritto che un centrocampista non possa fare il terzino? Dove è scritto che non possa essere la punta ad impostare il gioco? Tutti possono fare tutto. Michels la pensava così, e i suoi giocatori seppero tradurre i suoi pensieri in partite degne di essere considerate delle opere d'arte. Erano i migliori, superiori a tutto e tutti, nessuno avrebbe mai potuto batterli. O forse qualcuno c'era...
Ok, ripartiamo. Finale del Campionato mondiale di calcio Germania 1974, 7 luglio, Olympiastadion di Monaco di Baviera. La casa del Bayern Monaco, fresco vincitore di Coppa dei Campioni. Gli Orange battono il calcio d'inizio e cominciano a fare dei passaggi e dei movimenti che non sembrano stare né in cielo né in terra. Poi, quasi dal nulla, senza che i tedeschi abbiano la possibilità di accorgersene, si apre un corridoio, una voragine senza uomini in mezzo al campo. Cruijff, l'ultimo uomo in difesa, prende palla nella sua metà campo e con un scatto arriva nella trequarti avversaria. Accelera e si porta a spasso due uomini, il terzo, Berti Vogts, lo stende. Lo stende in area di rigore. Sul dischetto va Neeskens. Gol. Olanda 1 Germania 0 dopo poco più di un minuto, i tedeschi non avevano neanche toccato la palla. E qui finisce la partita dell'Olanda. Se c'era qualcuno in grado di battere l'Olanda, erano proprio gli stessi olandesi. Per i successivi 90' si specchiarono nella loro bellezza, quasi senza accorgersi che Breitner e Müller avevano segnato. Il tempo passò, l'Olanda non si riprese e lasciò la gloria ai tedeschi. Ancora una volta era stata la Germania ad impedire alla squadra più bella di scrivere il proprio nome nella storia. Ma stavolta senza scandali nel dopo partita, senza recriminazioni. La Germania era stata superiore, l'Olanda si vedeva già campione e fu punita. Per Michels e Cruijff fu la prima ed unica occasione di scrivere il loro nome nell'albo dei vincitori della Coppa del Mondo. Michels allenò nuovamente l'Olanda, portandola all'alloro europeo nel 1988, senza però condurla mai nuovamente al Mondiale. Cruijff decise di non andare in Argentina nel 1978. 
Quindi a spezzare i sogni fu nuovamente la Germania, che scrisse per la seconda volta il proprio nome sull'albo dei vincitori. Ma non sempre le coppe fanno la storia, e per la storia quello rimane il Mondiale dell'Arancia Meccanica, una delle squadre più belle e meno vincenti di sempre.
Ma non tutti i sogni vennero spezzati quel 7 luglio. Ero partito da un uomo, da Rinus Michels. Il suo sogno era quello di portare ai vertici il calcio olandese. E ci riuscì. Nel 1999 glielo riconobbe anche la FIFA, eleggendolo allenatore del secolo. Un allenatore che cambiò per sempre il modo di interpretare il calcio. Quando vedete Rooney ed Eto'o fare i terzini, pensate che era così già 40 anni fa ed il merito è di quest'uomo.
Il Calcio Totale resta la più grande innovazione tattica del calcio moderno. Rinus Michels e Johan Cruijff due dei più grandi geni che questo sport abbia mai visto. A loro va detto grazie. Un grazie immenso per aver cambiato per sempre la storia. 

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