sabato 24 gennaio 2015

Toreri sfortunati

C'è una vecchia barzelletta che fa più o meno così «Due amici si incontrano ed uno fa all'altro: "Sai, sono stato in Spagna, sono andato ad una corrida e poi al ristorante ed ho ordinato le Palles del Vinto. Buonissime, sono due enormi palle di carne, una delizia unica dovresti provarle!" L'amico, convinto, va in Spagna e si reca al ristorante citatogli dall'amico. Si siede ed ordina le Palles del Vinto. Poco dopo torna il cameriere con un piatto con sopra due palline bianche, piccole e secche. Allora chiede al cameriere: "Scusi, ma mi avevano detto che questo piatto era con due grosse e succulente palle di carne." Ed il cameriere risponde: "Certo, ma non sempre vince el torero!"»

Già, non sempre va bene ai toreri. A volte, per esempio, può capitare che vengano colpiti in pieno dalle corna del toro; e lì sì che son dolori. La forza dei bravi toreri sta, innanzitutto, nel non farsi colpire, ma anche nel riuscire a rialzarsi dopo un colpo, tornando più forti di prima. Ovvio, quando ci son di mezzo i tori, è difficile, ma quando si tratta di calcio, la storia è più semplice. Di toreri, il football, ne ha qualcuno, il più famoso è Mario Gomez, che però sembra essere stato irreparabilmente colpito da un toro che sfrecciava a tutta velocità verso il suo ginocchio. Morale: lesione parziale del legamento, a cui si aggiungerà poi un'infiammazione al tendine che lo terrà fuori dai campi per circa cinque mesi. Era il 15 settembre 2013 e, dopo un avvio positivo di stagione con la maglia della Fiorentina, El Torero Gomez stava per iniziare un lungo calvario che lo avrebbe portato ad un drastico ridimensionamento delle sue statistiche. Infatti, al suo arrivo a Firenze, Gomez era campione di tutto con il Bayern e segnava a ripetizione. I numeri parlano per lui: 138 gol in 236 partite di Bundesliga con le maglie di Stoccarda e Bayern Monaco, per una media di 0,58. Nella Top 20 dei marcatori del campionato tedesco, solo Dieter Muller (0,58), Jupp Heynckes (0,60), Horst Hrubesch (0,61) e il solito Gerd Muller (0,85) possono vantare una media pari o migliore. Nell'ultima stagione al Bayern, complice qualche infortunio, non giocò alcune partite, riuscendo comunque a raccogliere 32 presenze, mettendo a segno ben 19 gol. Nelle due annate precedenti, centrò la porta per un totale di 80 volte in appena 92 partite, con l'incredibile score di 21 reti in sole 20 partite di Champions League dal 2010 al 2012. Al suo addio dai bavaresi, aveva segnato 113 gol in 174 gare: cifre da grande attaccante. In tutto ciò, anche in campo internazionale se l'è cavata bene con la maglia della Germania: 25 gol tra il 2007 e il 2012, con il titolo di capocannoniere ex aequo ad Euro 2012. Insomma, quando la Fiorentina comprò Gomez, pensava di aver concluso un grande affare. Tutti lo pensavano. Ed El Torero lo stava dimostrando: dopo l'esordio in Europa League contro i Grasshopper, Gomez ci mette solo due giornate per trovare la prima gioia in Serie A. Anzi, le prime gioie, dato che a Marassi contro il Genoa arrivò una doppietta. Due settimane dopo, però, contro il Cagliari, successe quello che ho scritto prima. Un grave infortunio che ha impedito a Gomez di giocare quasi tutta la stagione. Un toro che il torero non è stato in grado di matare. SuperMario, però, non è un torero normale, non si arrende alla prima difficoltà e cerca sempre di tornare, sempre più forte di prima. Il 13 marzo 2014, quasi un mese dopo il suo rientro, segna in Europa League contro la Juventus. Siccome la fortuna non pare essere amica di Gomez, dieci giorni dopo subisce un nuovo infortunio. Lui però si fa forza, ma soprattutto, la società e i tifosi sono dalla sua parte. Lo hanno aspettato per cinque mesi e continueranno ad aspettarlo. 
La nuova stagione doveva essere quella della rinascita. Invece, il 21 settembre, arriva un altro stop, questa volta di due mesi. Quando torna ha ancora tutta la fiducia dell'ambiente, ma è sempre più preso di mira dalla stampa e dalla critica. Segna contro il Cagliari, ma non è sufficiente. Le prove negative continuano ad essere troppe e la forma migliore è ormai un triste ricordo. Poi, però, arriva la scintilla che potrebbe riaccendere il campione: una doppietta in Coppa Italia contro l'Atalanta, a gennaio, a due mesi dall'ultimo gol. El Torero ha un'altra chance, un'altra possibilità per dimostrare ancora di essere un grande attaccante. L'ultima, forse. L'ultima occasione per poter affermare che lui è Mario Gomez, El Torero, e che non si darà mai per vinto, perché questo è il momento di prendere il toro per le corna e ricominciare a segnare a ripetizione. L'ultima opportunità per mandare in porta le Palles del Vinto, che ovviamente non sarà lui.


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