sabato 12 aprile 2014

Il Real sfida il passato; Ancelotti il suo futuro?

Se il Real Madrid vorrà mettere, finalmente, le mani sulla Decima, dovrà vedersela nuovamente con una tedesca. Infatti, dopo lo Schalke negli ottavi e il Borussia Dortmund nei quarti, l'urna di Nyon ha ancora messo difronte Real Madrid e Bayern Monaco nelle semifinali di Champions League. È già successo ben cinque volte e i precedenti sorridono ai bavaresi. 
Nel 1976 le Merengues arrivarono tra le prime quattro dopo aver avuto ragione, grazie alla regola dei gol in trasferta, del Borussia Moechengladbach, allora campione in carica di Germania e detentore della Coppa UEFA. Se non bastassero gli intrecci, il bomber di quella squadra era Jupp Heynckes, ex allenatore proprio del Bayern Monaco che ha vinto tutto neanche un anno fa, autore del gol della speranza al Bernabeu. Non fu sufficiente la rete di "Osram", però, e il Madrid passò in semifinale, dove incontrò il Bayern Monaco. Le reti subite furono sempre tre, ma i gol segnati solo uno e poi... e poi i bavaresi erano bi-campioni d'Europa in carica e lanciatissimi verso il terzo trionfo consecutivo. Gerd Mueller fu il mattatore dello scontro: un gol all'andata e due al ritorno, consegnarono la finale al Bayern Monaco. Un gol di Roth, poi, fu necessario per stendere il Saint Etienne e vincere la Coppa per la terza volta di fila, eguagliando l'Ajax.

I tedeschi festeggiano dopo il gol di Roth
Si arriva dunque al 1987. Era il secondo anno senza squadre inglesi (a causa della Strage dell'Heysel), indigeste nel 1981 al Real Madrid (finale persa contro il Liverpool) e al Bayern Monaco nel 1982 (finale persa contro l'Aston Villa). I due club, quindi, volevano affermarsi nuovamente come migliore d'Europa, approfittando dell'assenza delle squadre di Sua Maestà. Soprattutto il Real, che, grazie alla nuova generazione soprannominata "Quinta del Buitre", era riuscito ad imporsi nelle due precedenti edizioni della Coppa UEFA. Questa edizione di Coppa dei Campioni, dunque, rappresentava il vero esame di maturità. Dall'altra parte c'era un Bayern, come al solito, ricco di talenti, ma che mancava un alloro europeo proprio dal 1976. La qualificazione si decise, di fatto, già all'andata, con un netto 4-1 dei tedeschi. L'1-0 del ritorno firmato Santillana, un superstite di undici anni prima, servì a rendere meno amara l'eliminazione dai Blancos. In finale, però, la corazzata tedesca venne sorpresa dal Porto, che si laureò campione per la prima volta nella sua storia, riportando il trofeo in Portogallo dopo un quarto di secolo.

I capitani Santillana e Augenthaler prima della semifinale 
Nel 2000 le due squadre hanno un incontro ravvicinato già nella seconda fase a gruppi, ma è un monologo bavarese: 4-2 a Madrid e 4-1 a Monaco. Riescono comunque tutte e due ad accedere ai quarti di finale, dove superano (entrambe con un 3-2 complessivo e tanta fatica) Manchester United (il Real) e Porto (il Bayern). La sorte le mette nuovamente difronte nelle semifinali. A regalare il passaggio del turno agli spagnoli è Nicolas Anelka, autore di due gol nel doppio confronto, che si rivelano decisivi ai fini del risultato. In finale ci sarà il primo derby tra club della stessa nazione: il Valencia, dopo aver eliminato il Barcellona in semifinale, cerca l'impresa contro i sette volte campioni d'Europa. Morientes, McManaman e Raul hanno altri programmi. Finisce 3-0 e il Real Madrid si porta a casa la Coppa per l'ottava volta.

Anelka in azione contro Linke
L'anno successivo è già tempo di rivincita. Le due squadre passano agevolmente il doppio turno di gironi, terminando sempre in testa e arrivando ai quarti di finali pieni di speranze. Superati Manchester United e Galatasaray senza troppe difficoltà, è ancora tempo di semifinali. I bavaresi fanno il colpaccio al Bernabeu, ripetendosi la settimana dopo in casa: Élber ne mette dentro uno all'andata e uno al ritorno, Jeremies inquadra la porta giusta dopo l'autogol dell'anno precendente e i tedeschi volano in finale. Ad attenderli c'è il Valencia, nel miglior momento della sua storia. I rigori di Mendieta ed Effenberg mandano le squadre fino alla serie dagli undici metri. Kahn è più bravo di Canizares e la Coppa, dopo venticinque anni di attesa, torna in Baviera.

Élber esulta
L'ultimo capitolo della sfida infinita tra spagnoli e tedeschi e storia freschissima. Nel 2012 la finale annunciata sembrava essere Real-Barça, ma le cose andarono diversamente. Ribery e Gomez regolano i madrileni all'Allianz Arena, a cui non basta la rete di Ozil. Al ritorno, una doppietta di Ronaldo in 15' pare spianare la strada verso la finale a Mourinho. Robben, però, riporta il risultato del doppio confronto in parità e la partita si trascina fino ai rigori. Sergio Ramos mira al satellite di Giove, mentre Schweinsteiger è freddissimo. In finale ci va il Bayern, mentre il Real piange. Dall'altra parte Di Matteo, grazie ad un meraviglioso Drogba, trova la formula per annullare il Barcellona.

I bavaresi festeggiano il passaggio del turno
I tedeschi, nella finale giocata in casa, sfiorano il trionfo nei tempi regolari e supplementari, ma saranno nuovamente i rigori a decidere il vincitore. E se è vero che sono una lotteria, è anche vero che ciò che danno, poi tolgono. Proprio Schweinsteiger, l'eroe della semifinale, sbaglia il rigore decisivo, permettendo a Drogba di andare dal dischetto con la possibilità di portare la Coppa a Londra per la prima volta. L'ivoriano, ovviamente, non sbaglia e stavolta sono i bavaresi a piangere e a veder sfumare il quinto trionfo continentale. Poco importa, perché l'anno dopo avrebbero vissuto una stagione magica, conclusa con un meraviglioso treble. Qualcosa che potrebbe ripetersi quest'anno, dato che i bavaresi hanno già vinto la Bundesliga e sono in semifinale di Coppa di Germania. Inoltre, nessuna squadra è ancora riuscita a vincere due volte di fila la Champions League da quando ha assunto questa denominazione: un motivo in più per portare a casa il trofeo.
Anche il Real Madrid di Carlo Ancelotti è ancora in corsa per il triplete, essendo in lotta nella Liga ed in finale di Coppa del Re. In Champions League il destino gli ha riservato lo Schalke, il Borussia e il Bayern. Rispettivamente la terza, la seconda e la prima forza del campionato tedesco. Che sia forse un segnale? Ancelotti, infatti, ha vinto in Italia, Inghilterra, Francia e, molto probabilmente, riuscirà a portare a casa un trofeo anche in Spagna. A quel punto, rimarrà solo la Germania da conquistare. Sarà quella la nuova sfida di Carletto? Chissà. Prima, però, c'è il super Bayern di Pep Guardiola da superare, per vincere, finalmente, la tanta sognata Decima.

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