venerdì 14 febbraio 2014

D'amore e Falchetti

Ammettiamolo, non la consideriamo molto l'Umbria. Anzi, sappiamo a malapena dove sia. Siamo così noi italiani, abbastanza superficiali da non conoscere nemmeno il nostro territorio, quello per cui abbiamo lottato duramente oltre 150 anni fa. Occhio, però, appena ci toccano gli USA, Londra, Parigi. Ah, Parigi, la città dell'amore. Sì, va bene, ma anche in Italia c'è una città legata all'amore. E no, non mi riferisco a Verona con Romeo e Giulietta, ma a Perugia, dove c'è la Perugina. Ovviamente la connessione con l'amore sono i Baci, i cioccolatini, che proprio oggi dovrebbero registrare il loro picco di vendita. O almeno penso, non sono molto pratico di queste cose. E poi, stavolta lo ammetto io, il paragone Parigi-Perugia va un po' a scemare. Certo che poi son gusti: esisterà qualcuno che preferisce il caro e vecchio capoluogo umbro alla dolce capitale francese. Ecco, Perugia è in Umbria, quella regione un po' denigrata. Già, forse un po' troppo a dire la verità, perché io ho sempre reputato l'Umbria come il cuore dell'Italia: è nel centro esatto e, volendo, ricorda leggermente il cuore umano. Ah, ecco, ma allora torna l'amore? Forse sì, forse no... non son qui a scrivere storie d'amore. Ci ha già pensato quel William con Romeo e Giulietta. Non sono nemmeno qui a scrivere di geografia italiana: tanto l'Umbria se non l'avete assimilata alle elementari, è inutile che ve la rispieghi adesso. Però questa regione un po' mi ha colpito, quindi qualcosa ho voglia di raccontarvela.
Un giorno un mio amico su Facebook mi scrisse che avrei potuto buttare giù due righe sulla Ternana degli anni '70. «Bene, finalmente scopro qualcosa di nuovo», pensai. Pensiero esatto. Ci sono entrato dentro in quella storia e, magari con un pizzico di presunzione, posso affermare di aver fatto davvero un bel lavoro. Quello stesso mio amico pensa che scrivere qualcosa sul Foligno possa essere nuovamente una bella idea. Ma, allora, l'Umbria ormai si è innamorata di me, vuole farsi conoscere attraverso il calcio? Io ne son ben lieto, perché penso che questa regione meriti più importanza. Certo, il calcio, un diciassettenne, non potranno aiutare molto, ma è già qualcosa. Si fa quel che si può, in piccolo, ma lo si fa. Oh, poi se le squadre sono il Perugia, la Ternana e il Foligno non è che il calcio sia proprio lo strumento più adatto, però, le piccole squadre regalano spesso grandi storie. Poi, è ovvio che tocchi allo scrittore renderle coinvolgenti: ripeto, si fa quel che si può.
Stavolta la storia è di quelle proprio da calcio di provincia, senza i grandi palcoscenici e i grandi calciatori. È anche relativamente breve, però è importante. È importante perché è una rivincita, un motivo d'orgoglio, un modo per dire "ci siamo anche noi". Perché dovete sapere che in Umbria, ci sono essenzialmente solo due squadre: il Perugia e la Ternana, che sono le squadre dei due capoluoghi di provincia. C'è anche un'altra compagine però, il Foligno. Qua andiamo veramente nel calcio dilettantistico. Fondata nel 1928, questa squadra non ha praticamente mai conosciuto il professionismo ed ha sempre subito un complesso di inferiorità verso le due big del calcio umbro. Le storie, la storia, a volte cambia ed è questo il bello; perché se dopo quasi 80 anni in cui non hai combinato nulla, sfiori la promozione in Serie B, la storia cambia, eccome.

Nella stagione 2006/2007 il Foligno vince il Girone B della Serie C2 e viene dunque promosso in C1, dove avrebbe avuto la compagnia sia del Perugia che della Ternana. Solo le Fere, però, sono nello stesso girone dei Falchetti. Finiscono quarti, accedendo ai play-off che avrebbero decretato la promozione in Serie B, dove il Foligno non era mai arrivato. Nelle semifinali l'avversario è il Cittadella. La partita d'andata giocata in casa all'Enzo Blasone finisce 1-0 e i tifosi del Foligno cominciamo a sognare una prima, storica ed insperata qualificazione in Serie B, nonostante ci sarebbe dovuta essere ancora la finale. I sogni di gloria si infrangono al ritorno: al Tombolato il Cittadella ribalta tutto e vince 2-0. Batterà anche la Cremonese in finale ed andrà in Serie B. Ma non è questo l'importante. La storia bella l'aveva scritta il Foligno, riuscendo a raggiungere una semifinale play-off per andare in B, quando fino a tre anni prima militava ancora in Serie D. Finalmente i Falchetti avevano preso lo scettro del calcio umbro. La Ternana aveva concluso il campionato con un deludente 13° posto, mentre anche il Perugia aveva raggiunto le semifinali play-off nell'altro girone. Ma da una squadra con un buon passato in Serie A è il minimo che si ci aspetta. Per il Foligno il discorso è diverso, perché grazie a quel risultato pareva potersi lanciare verso il calcio dei grandi. Invece non tutte le favole finiscono bene e se quell'anno terminò con le semifinali perse, quelli successivi regalarono solo dispiaceri. Ma nella stagione 2010/2011 arriva l'ultima gioia: nei play-out per non retrocedere in Lega Pro Seconda Divisione, l'avversario è la Ternana. I Falchetti riescono a domare le Fere e batterle con un 2-1 complessivo, costringendo i Rossoverdi alla retrocessione. Nelle due stagioni seguenti, però, arrivano due reclusioni di fila, che portano la squadra addirittura in Serie D. L'obiettivo è quello di tornare subito in Lega Pro 2, per poi provare ad acciuffare nuovamente la Lega Pro 1 e riprovarci ancora con la Serie B e poter finalmente entrare di diritto nella corsa a miglior squadra umbra. Dopo anni in cui la Ternana e il Perugia l'hanno fatta da padrone, un nuovo nome potrebbe insidiare la loro supremazia; sarebbe stupido fermarsi proprio quando il traguardo sembrava raggiunto. Con calma, pazienza e dedizione tutto è possibile. Poi, in una regione verde come l'Umbria, perdere la calma mi sembra proprio impossibile. 
Ah, ma allora è bella l'Umbria...



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