martedì 30 aprile 2013

1000 è un bel numero


E pensare che c'era chi lo dava per bollito ormai da anni. Invece Raul si è preso la sua rivincita. Prima chiudendo l'avventura al Real continuando a segnare, per poi andare allo Schalke e mettere a segno 40 gol in 98 partite. Adesso è in Qatar, all'Al-Sadd, di certo non agli stessi livelli di Spagna e Germania, ma in questa stagione le partite sono già 30 e i gol 11. Raul continua a giocare e a farlo bene, come ha sempre fatto.
Lo scorso 27 aprile ha giocato la sua millesima partita ufficiale tra club e Nazionali (maggiore e U21), un traguardo importante che lo consacra (come se ce ne fosse bisogno) tra le leggende del calcio.
Bravo Raul!



domenica 28 aprile 2013

Il meteorite è caduto dalle parti di Palermo

"Avere Javier Zanetti in squadra vuol dire coprire almeno 4/5 ruoli con la sicurezza di avere un giocatore che corre il rischio di infortunarsi solo se un meteorite cade dalle parti di Milano".
Non so se la pensate come me, ma questa può essere una breve sintesi del capitano nerazzurro. Il "meteorite", a quanto pare, è caduto al Renzo Barbera di Palermo intorno al quarto d'ora del match fra Palermo e Inter. Il tendine d'achille, molto probabilmente, ha fatto crack; un altro infortunio che si aggiunge alla lunga lista interista di quest'anno. La squadra è decimata e i risultati si vedono: l'Europa League è a rischio, ancora di più senza il proprio capitano, la vera anima di questa squadra.
Zanetti, lo conosciamo, non si arrenderà facilmente, ma ad agosto le primavere saranno 40 e a questo punto,  si può mettere in gioco la carriera. Una carriera fantastica di un giocatore fantastico, uno degli ultimi highlander del calcio.
Dicono che lo stop sarà di 6/9 mesi, io spero che torni anche prima. Intanto ti faccio un grosso in bocca al lupo. Torna presto Javier!


lunedì 22 aprile 2013

L'indecenza di Suarez


Della partita di ieri tra Liverpool e Chelsea, disputata ad Anfield, non si ricorderà il risultato finale (2-2), ma semplicemente il fattaccio Suarez-Ivanovic. Il serbo, sia chiaro, non ha fatto nulla, Suarez, invece, ha fatto tutto quello che può esserci di sbagliato da fare in un campo di calcio: un morso, senza senso, all'avversario. 
L'arbitro non ha visto, le telecamere sì, e adesso l'uruguaiano dovrà scontare una lunga squalifica. Spero almeno sette giornate, perché quello che ha fatto è indecente! E, tra l'altro, non è neanche la prima volta. Infatti, già nel novembre 2010 ai tempi dell'Ajax, morse un avversario.
Ma non solo morsi, perché Suarez è un po' l'emblema dell'anti-sportività. Tra tuffi imbarazzanti in area, insulti razzisti e non, mani stupidi e senza senso, l'attaccante del Liverpool è ormai mal conosciuto sul rettangolo di gioco. La brutta storia di razzismo con Evra, è ancora viva nella memoria dei tifosi del calcio inglese.




Già, che razza di figura! Soprattutto da un giocatore così talentuoso. Perché, bisogna ammetterlo, Suarez è un grandissimo giocatore e i 23 gol in Premier League quest'anno lo dimostrano. Nessuno meglio di lui.
E allora, chiudo con la citazione di Nicola Roggero (commentatore di Liverpool-Chelsea) dopo che Suarez ha dribblato cinque giocatori: "Questo è il Suarez che vorremmo sempre vedere, non quello che si trasforma in cannibale." 
Per ora prenditi un'altra squalifica, che ci vediamo la prossima stagione. 

mercoledì 17 aprile 2013

Da Murphy e Charles allo Swansea e il Cardiff


La Nazionale del Galles è una delle meno quotate in Europa, nonostante abbia in rosa due giocatori del calibro di Aaron Ramsey (il capitano) e soprattutto Gareth Bale, uno dei talenti più forti del panorama calcistico continentale. Nemmeno Bale e Ramsey, però, sembrano avere la forza necessaria a trascinare il loro paese ai Mondiali in Brasile. Infatti sono a 10 punti dalla coppia di testa formata da Belgio e Croazia nel gruppo B delle qualificazioni. Anche per questa edizione il Galles non prenderà parte ai Mondiali, non una grande novità. Bale e Ramsey falliranno lì dove pure il leggendario Ryan Giggs ha sempre fallito, sino al suo ritiro dalla Nazionale nel 2007.


Ma non tutti hanno fallito, perché il Galles una volta andò ai Mondiali, a quelli del 1958 in Svezia. Gli unici a cui sia Inghilterra, che Scozia, che Irlanda del Nord, che Galles abbiano partecipato.

L'allenatore era Jimmy Murphy (http://calciobybeppe.blogspot.it/2012/08/james-patrick-murphy-detto-jimmy.html), storico vice di Matt Busby al Manchester United. Murphy in quell'anno aveva pure sostituito Busby per un breve periodo, quando il tecnico dei Red Devils rimase ferito nel disastro aereo di Monaco di Baviera (http://calciobybeppe.blogspot.it/2013/02/come-gia-detto-tutto-ha-una-fine.html).
In quel Galles la stella era John Charles, il grande (in tutti i sensi) attaccante della Juventus. Il Gigante Buono trascinò i gallesi alla prima, finora unica, storica qualificazione. 
Il Mondiale andò bene: messi nel girone con i padroni di casa della Svezia (futura finalista), l'Ungheria (seconda quattro anni prima, ma con una rosa rifatta) e il Messico, il Galles le pareggiò tutte, ottenendo 3 punti, proprio come i Magiari (una vittoria, un pareggio e una sconfitta) e fu necessario lo spareggio. Il Galles vinse 2-1 e volò ai quarti contro la prima del Girone 4, il temibile Brasile di Didì, Vavà, Garrincha e del ragazzino Pelé (futuro vincitore). Proprio il ragazzo di neanche 18 anni segnò l'unico gol nella gara dei quarti, mandando i gallesi a casa, ma facendoli entrare nella leggenda. Ancora oggi aspettano una qualificazione.



Usciamo dal contesto della Nazionale e torniamo ai giorni nostri. Perché se la Nazionale non va bene, i club si stanno facendo valere. Infatti ieri il Cardiff ha pareggiato contro il Charlton e questo risultato fa salire a 13 i punti di vantaggio sul Watford terzo, sconfitto dal Milwall. A tre giornate dalla fine vuol dire promozione matematica, mentre per il titolo di Seconda Divisione mancano solo due punti. 
Quindi l'anno prossimo saranno due i club gallesi presenti in FA, Premier League, il massimo campionato inglese. Un grande traguardo. Soprattutto aggiunto alla vittoria in Capital One Cup dello Swansea di qualche settimana fa.


Gli Swans hanno confermato il bel calcio fatto vedere la passata stagione e adesso aspettano i loro cugini del Cardiff, per fare un Derby tutto gallese nel campionato inglese.
Da Murphy e Charles ne sono cambiate di cose, ma per una nazionale che cala ci sono dei club che crescono. 


mercoledì 10 aprile 2013

Altro che binocolo!



Il calcio è così: al 90' sei fuori e 3' dopo sei in semifinale. Perdevi 1-2 e ti ritrovi a vincere 3-2, facendo impazzire i tifosi gialloneri del Westfalenstadion. Gli stessi tifosi che ti hanno regalato una coreografia da urlo. Con quel binocolo quasi a dire "ci siamo quasi, vediamo il traguardo" e la Coppa dietro a simboleggiare il traguardo. 
Sembrava tutto semplice per il Borussia Dortmund, tutti i pronostici erano dalla loro. Invece il Malaga non ha fatto giocare gli uomini di Klopp, che sono andati sotto nel primo tempo con il gol di Joaquin, prima di pareggiare al 40' con il solito Robert Lewandowski. 

La seconda frazione inizia, il tempo passa e il Borussia non riesce a trovare la via del gol. L'1-1 qualificherebbe il Malaga, dopo lo 0-0 dell'andata. Ma sono nuovamente gli spagnoli a riportarsi in vantaggio grazie ad Eliseu, che corregge in rete in tiro di Julio Baptista. Il gol è in fuorigioco, ma il guardalinee non segnala nulla. Il minuto è l'82, le speranze del Dortmund davvero basse. Poi però pensano bene di sdebitarsi con i loro tifosi e di fare una rimonta pazzesca. Minuto 91: mischia in area, arriva Reus e fa 2-2. Minuto 93: altra mischia e Santana la butta dentro da 5 cm. Anche stavolta il gol è in fuorigioco, ma obbiettivamente non so quale guardalinee avrebbe osato segnalarlo all'ultimo minuto.
Dunque il Dortmund vince 3-2 e vola in semifinale, negando al Malaga il Derby spagnolo con il Real e lasciando con l'amaro in bocca la squadra di Pellegrini per quell'ultimo gol subito in fuorigioco. Anche se forse, è stato solo per pareggiare i conti. Forse.

Real-Borussia è la semifinale che tutti si attendevano, ma dopo i risultati di ieri, che hanno visto soffrire le due squadre, ogni cosa è meno certa. E se il Real può contare su una rosa più forte, occorre ricordarsi che il Dortmund ha già dimostrato nei gironi di poter battere il Madrid.
La finale di Wembley è distante 180' e dalle parti di Dortmund possono buttare via il binocolo, perché ormai il traguardo si vede anche ad occhi chiusi.


mercoledì 3 aprile 2013

Il super Bayern di Jupp Heynckes


La partita di ieri tra Bayern Monaco e Juventus ha fatto capire quanto ancora sia largo il margine di distacco che divide il meglio del calcio italiano da quello europeo. C'è stata una sola squadra in campo e l'attenuante dello shock causato dal gol subito dopo meno di 30 secondi, tiene fino ad un certo punto. Il Bayern Monaco ha dominato ed ha strameritato la vittoria, che sarebbe potuta essere anche più larga.
Per scoprire la differenza che c'è tra i bavaresi e i Bianconeri, basta sottolineare il fatto che Robben e Gomez abbiano iniziato dalla panchina: il primo per problemi fisici, il secondo un po' per vecchi acciacchi, un po' perché è ai ferri corti con la società. Se Gomez fosse stato alla Juve sarebbe partito titolare anche con una gamba rotta. 


Ecco dove sta la differenza: la Juve ha sì una rosa ampia che permette di far rifiatare i titolari, ma non basta per essere (super) competitivi in Europa. Perché la Champions non è la Serie A e il Bayern non è il Napoli.


Ma oggi vorrei concentrarmi di più sull'ultima stagione di Jupp Heynckes da allenatore. Una stagione che vede il club di Monaco con una Bundes già vinta, con le semifinali di Coppa di Germania da giocare e con un piede in semifinale di Champions, dove proverà a prendersi la sua rivincita e ad alzare la Coppa proprio in Inghilterra, la nazione del club che lo sconfisse nella finale dell'Allianz Arena a maggio 2012. Tra l'altro sarebbe il secondo successo per Jupp, che può già vantare una vittoria nella competizione, nel 1998 con il Real Madrid.

La stagione del Bayern Monaco fino a qui è stata praticamente perfetta. In campionato ha dominato, segnando 78 gol in 27 partite e subendone a malapena 13. I punti di vantaggio sul Borussia Dortmund sono 20 e sabato potrebbe già arrivare il 23esimo titolo, basterà vincere contro l'Eintracht Francoforte. Le partite vinte sono 23  e nella casella sconfitte appare il numero 1: numeri terrificanti.
In Champions League continua a macinare gol su gol e la vittoria finale sembra seriamente alla loro portata. 
Il loro 2013 li ha visti raccogliere solo successi, eccezion fatta per l'impresa dell'Arsenal di espugnare l'Allianz Arena per 2-0, lasciando a secco una squadra che aveva sempre segnato in questa stagione.
Se il Bayern eliminerà la Juventus, auguro a Jupp Heynckes di vincere tutti e tre i trofei a disposizione e di chiudere in grande stile una carriera iniziata nel lontano 1979 alla guida del suo Borussia Moenchengladbach, in cui si rivelò un grandissimo attaccante tra gli anni '60-'70. E quale modo migliorare di chiudere con una tripletta?